Il 25 maggio presso l’ISSR “S. Agostino” di Crema-Cremona-Lodi-Pavia-Vigevano è stata discussa la tesi di Matia Giglio, su S. Alessandro Sauli, relatore don Lorenzo Mancini, ottenendo il punteggio massimo. In settimana sarà presentata al vescovo di Pavia. Complimenti vivissimi.

INTRODUZIONE
dell’Autore Matia Giglio

L’elaborato si pone l’obiettivo di delineare la figura di Alessandro Sauli, formatore e riformatore della Chiesa di Pavia negli anni immediatamente successivi il Concilio di Trento, ponendo l’attenzione sulla sua formazione presso l’Ordine dei Chierici Regolari di san Paolo, i Barnabiti; vedremo come Sauli si affermi non solo come studente capace, ma anche come abile educatore al quale sempre staranno a cuore le giovani generazioni. L’impegno di Sauli fu infatti sempre quello di formare i giovani, sia come insegnante sia come sacerdote e guida spirituale; l’attitudine educativa accompagnerà il suo operato anche nei ruoli più prestigiosi che rivestirà in seguito, sia come preposito generale dell’ordine (1567 /1570), sia come vescovo di Aleria in Corsica (1570/1591) e poi durante il breve ma intenso anno di episcopato a Pavia (ottobre 1591 / ottobre 1592).

Rivestendo questi ruoli Alessandro Sauli non tralascerà mai la sua vocazione di educatore, continuando ad avere uno stile pastorale molto didattico, come anche si desume dai suoi scritti e dalla sua vicenda biografica.
Lo studio è iniziato dallo spoglio della rivista «Barnabiti Studi» ed è proseguito con l’analisi di altre opere, sia incentrate sulla biografia di Alessandro Sauli, sia sulla situazione storico-ecclesiale del XVI secolo, un periodo certamente molto importante per la vita della Chiesa ed in modo particolare per l’opera di riforma avviata o proseguita dal Concilio di Trento e per la sua successiva applicazione.

È stata effettuata inoltre una visita alla biblioteca e all’archivio dell’“Istituto Zaccaria”, sede dei Barnabiti a Milano per la consultazione di alcuni testi e per la visita all’attiguo Convento di San Barnaba, culla dell’ordine, dove è conservata la croce portata da Sauli in processione per farsi ammettere nell’ordine, insieme a numerose reliquie del Santo.

Ma la vera e propria ricerca d’archivio è stata condotta nell’Archivio Storico Diocesano di Pavia, dove è stato individuato e scelto un documento che potesse evidenziare come l’opera di Sauli come pastore della comunità pavese sia stata attenta ad applicare la riforma scaturita dal Concilio di Trento e a formare i fedeli a lui affidati (laici e religiosi), in continuità con la sua esperienza barnabitica.

La scelta è ricaduta sull’analisi della Lettera alle monache che riporta un lungo messaggio di Sauli, vescovo di Pavia, a tutte le congregazioni religiose femminili della diocesi e che costituisce l’argomento del capitolo III. Proprio da questo testo nasce la scelta del titolo: la frase è infatti una citazione di un passo nel quale il vescovo ricorda alle consacrate della sua diocesi, con il suo consueto stile didattico, la centralità della figura di Cristo nella vita di ogni vera religiosa.

La struttura dell’elaborato vede un primo capitolo biografico che ripercorre le tappe più significative della vita di Alessandro Sauli, dalla giovinezza alla morte; il lavoro prosegue con un secondo capitolo che prende in esame in modo specifico la situazione dell’applicazione del Concilio di Trento a Pavia negli anni dell’episcopato di Ippolito de’ Rossi, dal 1560 al 1591, predecessore si Sauli sulla cattedra di San Siro. Il terzo capitolo, come già visto, analizza la Lettera alle monache, intesa come perfetta sintesi del ruolo e dell’opera di Sauli, formatore e riformatore.