26 luglio 2020. XVII DOMENICA de T.O/A

“Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, vende tutti i suoi averi e compra quel campo”.

“Il regno dei cieli…” è Dio. E’ il mistero di Dio, che è sempre stato e sempre sarà: egli è eterno. E’ il mistero di Dio, “Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili”. E’ il mistero di “Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli, … per mezzo di lui tutte le cose sono state create. E’ il mistero dello Spirito Santo, “che è Signore e dà la vita …

“Il regno dei cieli…” è ’ il mistero di Dio che, essendo perfettissimo e beato in se stesso, ha voluto comunicare la sua felicità ad altri esseri; e ha creato miriadi di angeli; e ha creato  gli uomini senza numero; destinati a cantare in eterno la sua gloria: “Santo, Santo, Santo è il Signore, Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nel più alto dei cieli”. Questo canto, che noi facciamo nella S. Messa è l’eco del canto degli Angeli e dei Santi e ci anticipa nel canto che anche noi faremo in Cielo.

Tutti noi siamo destinati a stare con Dio e a godere di Dio, per tutta l’eternità: “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nell’ amore…”(Ef. 1, 3-4). Questo è il “tesoro”: questo è il Bene, il sommo Bene, l’unico Bene: Dio conosciuto, amato, goduto per sempre. SS. Trinità, Padre, Figlio e Spirto Santo, io credo in voi, spero in voi  e vi amo; e vi chiedo perdono per coloro che non credono, non sperano e  non vi amano.

Ma questo “tesoro è nascosto”: Dio è nascosto non si vede; è “nascosto nel campo”: Il “campo” siamo noi stessi: “Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione e nessuno dirà: Eccolo qui, o eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi” (Lc 17,21). Nel nostro “campo”, nell’intimo di noi stessi è nascosto il “tesoro”, è nascosto Dio. Ma  dobbiamo fare un atto di fede per credere in Dio che abita in Cielo e per credere in Dio che abita nel nostro cuore. Infatti, S. Pietro scrive: “Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un po’ afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede … torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo: voi lo amate pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile, mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime” (I Pt 1, 6-9).

Gesù dice che un uomo che trova il tesoro del regno dei cieli, “vende tutti i suoi averi e compra quel campo”: vuol dire che se, nella fede, abbiamo valutato che Dio è il vero, sommo ed unico bene, tutte le altre realtà hanno valore in rapporto al raggiungimento di Dio. Una cosa ci avvicina a Dio? Ha valore; ci allontana da Dio? non ha valore. O ci porta al peccato.

Nella Preghiera iniziale della Messa della III Domenica dopo Pentecoste, la Chiesa si rivolge a Dio così: “Protettore di quanti sperano in te, o Dio, senza cui nulla è stabile, nulla è santo: moltiplica su di noi la tua misericordia, affinché, sotto il tuo governo e la tua guida, passiamo tra i beni temporali così da non perdere i beni eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo,…”.

Dio ci ha dato i beni temporali che servono alla nostra vita su questa terra: dobbiamo riceverli da Dio e usarli per andare a Dio. Ne abbiamo un esempio nella preghiera dell’Offertorio: “Benedetto sei tu, Signore, Dio dell’universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna”. Il pane, bene temporale, diventa Corpo di Cristo, bene eterno.

E S. Paolo ai Corinzi scrive: “Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualunque altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio” (I  Cor 10,31).Tutte le cose che Dio ha creato sono buone, e sono la “scala” per andare a Dio (S. Giovanni della Croce).O Maria, fa’ che il nostro cuore sia là dove è il nostro “tesoro”: Dio.