Per obbedienza, ho redatto questa lettera, che é sgorgata dal cuore. Con affetto, Padre Giovanni.

LETTERA ALL’ ITALIA

Oh! “Mia Patria, sí bella e perduta”; ITÁLIA, Bel Paese, Giardino d’ Europa, Regina del Mediterraneo, Madre delle Arti, Patria di Santi, poeti, scienziati, scopritori, artisti, musici, scultori, pittori e architetti, Maestra di civiltà, Seminario di missionari, Sede del Vicario di Cristo, Santuario di Santuari, Capitale del mondo; oh, “mia Patria, sí bella e perduta”, a te mi rivolgo con orgoglio, umile tuo figlio, che da 50 anni ti ho lasciata ma non abbandonata e mai dimenticata, oggi scoppio in pianto davanti alle sofferenze che affliggono e prostrano la tua dignità e la tua bellezza.

Un vírus, invisibile e misterioso, micidiale e mortífero, che há meritato il titolo nobiliare di CORONA – scherzi della sorte!- ti sta piegando in ginocchio, schernita e dimenticata ingratamente dagli europei; da loro, un tempo sudditi e figli,  esclusa e scartata come una madre appestata.

Oh! Mia bella Patria, a me sempre madre dolce e amabile, risorgi e alzati, sempre più giovane e possente. Già sponta dal tuo Adriatico il nuovo sole del tuo futuro che, come sulla AUTOSTRADA DEL SOLE, comincia il suo percorso ardito e rinnovatore, restituendoti, con maggior vigore, la tua bellezza imperitura e la missione eterna di esempio e guida ai paesi vicini e del mondo, offrendo loro, con storica competenza, il miraggio del nuovo cammino della Storia. Come fenice immortale, risorgi dalle ceneri pestilenti del coronavirus e riassumi il tuo trono, faro di civiltá, su cui persino il Creatore e Redentore del mondo ha voluto sedersi nel centro del tuo territorio, sul colle Vaticano della tua capitale Roma, come centro della Sua Chiesa, Maestra di Verità per tutti i popoli e per tutti i secoli.

Nell’ antica Petilia, oggi Altamura, sulle Murge della laboriosa terra pugliese, iniziata dai Mirmidoni del mítico Achille, distrutta dal paladino carolingio Orlando e riscostruita dal gigante dell’ Evo Medio, Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero, nella cappella cimiteriale di famiglia stà reservato un lóculo per il mio cadavere; ma, ho deciso, resterá vuoto, perché al Brasile, mia seconda Pátria, prossimamente consegneró le mie spoglie mortali, come gratitudine a questa “terra adorata”.

ITALIA, mia bella e amata Italia, non piangere! Il tuo destino, di essere Madre di civiltà, rimane per sempre.

ITALIA, MIA ITALIA, ti abbraccio e ti amo!

Belém, 01 de abril de 2020.

Padre Giovanni Maria Incampo (a. 88),

Missionario Barnabita in Brasile dal 1969.