Antifona d’ingresso. (Salmo 94, 6-7).”Venite, prostrati adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti. E’ lui il Signore nostro Dio”. E’ lui il Signore nostro Dio; lui il nostro Creatore; Lui adoriamo con tutta umiltà.

Prima lettura. Dal libro del profeta Isaia (6,1-2.3-8).

“Nell’anno in cui morì il re Ozia (probabilmente nel 740 a.C.) io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Attorno a lui stavano dei serafini… e proclamavano l’uno all’altro: “Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria”. Questa visione significa che Dio è al di  sopra di tutto: è il  Creatore del cielo e della terra”. La trascendenza di Dio è così espressa nel libro delle Cronache: “Tua, Signore, è la grandezza e la potenza, lo splendore, la gloria e la maestà: perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo. Tuo è il regno, Signore, tu ti innalzi sovrano sopra ogni cosa… Tu domini tutto” ( I Cr.  29,10-12).

“Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce… e dissi: “Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti”. Di fronte alla grandezza e santità di Dio, Isaia trema e si sente indegno di stare alla sua presenza.

“Allora uno dei serafini volò verso di me, teneva in mano un carbone ardente, che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse: “Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato”. Dio è Santo e l’uomo chiamato da Dio dev’essere santificato, cioè purificato dal peccato; Dio stesso opera questa purificazione e rende l’uomo atto a compiere la missione da lui voluta.

“Poi udii la voce del Signore che diceva. “Chi manderò e chi andrà per noi?”. E io risposi. “Eccomi, manda me!”. Se l’uomo è chiamato da Dio, dev’essere pronto ad obbedire, a compiere la missione da lui voluta. In virtù del Battesimo, ciascuno di noi è stato chiamato da Dio per una missione. Ci si può chiedere: qual è la mia missione? La mia missione è dove mi trovo e con chi vivo, osservando il comandamento dell’amore.

Ma “oggi è la Giornata nazionale promossa dai Vescovi italiani: “CUSTODIRE OGNI VITA”: proteggere ciò che abbiamo di più prezioso, a cominciare dalla vita fragile; un appello a prendersi cura delle persone che vivono accanto a noi: dalla vita nascente ai più giovani, dai poveri agli anziani, dai malati ai disabili, a tutti coloro che sono segnati da fragilità”. Per questa intenzione è “la preghiera dei fedeli” nella Messa

l Vangelo secondo Luca (5,1-11). Gesù sta presso il Lago di Gennèsaret, sale in una barca, che è di Simone  e insegna alla folla. “Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore”. Davanti a Gesù che si rivela come Dio che conosce tutto e può fare ciò che all’uomo è impossibile, S. Pietro avverte la sua miseria e sente il bisogno di umiliarsi. “Ma Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”.

Come Isaia si sente “perduto” dinanzi alla grandezza e santità di Dio, così S. Pietro si sente “peccatore” dinanzi a Gesù. Come Isaia fu purificato e mandato dal Signore per portare la sua parola, così S. Pietro viene mandato da Gesù come “pescatore di uomini”.

Noi non siamo “pescatori di uomini” come S. Pietro, come gli apostoli, e i loro successori; ma in virtù del Battesimo, della Cresima e dell’Eucaristia, ciascuno di noi è chiamato a offrire preghiere, azioni e sofferenze per la salvezza dei fratelli. Fondamentale è la fiducia in Gesù e l’obbedienza ai nostri pastori.

“Quindi, miei cari, obbedendo come sempre…attendete alla vostra salvezza con timore e tremore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni” (Fil. 2,12-13).

“A colui che ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che già opera in noi, a lui la gloria e la potenza in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen” (Ef 3, 20-21).    

P. Antonio Francesconi