XVIII Domenica del T.O. / A – 2 agosto 2020.

“Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati” Gesù “vide una grande folla, non come avremmo potuto vederla noi, come una massa indistinta di gente, ma nell’interno di ciascuno dei loro cuori; e “sentì compassione per loro” perché misurò ogni sofferenza: “sentì compassione per loro e guarì i loro malati”.

Sembra di capire che li abbia guariti tutti, e il vangelo non accenna alla fede di questi infermi,  ma poiché il luogo era “deserto”, averli portati da Gesù era come una preghiera e un’espressione di fede. Certamente questa povera gente ha seguito Gesù nella speranza di trovare in lui comprensione e soccorso. E Gesù li guarisce senza che nessuno lo avesse esplicitamente pregato, soltanto perché ne “sentì compassione”.

E’ molto importante per noi questo fatto: perché, quando noi siamo nella sofferenza, fisica o morale, Gesù ha compassione di noi, anche se non ci pensiamo; se poi, noi ravviviamo la nostra fede e ci rivolgiamo a lui con fede, certamente saremo da lui aiutati.

“Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: “Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare”. I discepoli ragionavano in maniera umana; e per loro la soluzione del problema del mangiare per tanta gente era che se ne andassero nei villaggi per comprare il pane a loro spese.

Ma il Signore aveva detto per bocca del Profeta Isaia: “Venite; voi che non avete denaro…venite, comprate senza denaro, senza pagare… Su, ascoltatemi e mangerete cose buone…” (Cfr Isaia 53,1-3). E Gesù, che è il Figlio di Dio fatto uomo, risponde ai discepoli con parole che suonano come assurde, contrarie alla ragione: “Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare”.

 Immaginiamo come i discepoli siano rimasti sconcertati da questa risposta del Maestro! E, forse, ironicamente, “gli risposero: “Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!”. A questa risposta, in sé disarmante, “Egli disse: “Potatemeli qui”. E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla”. “Alzò gli occhi al cielo” per guardare il Padre celeste; “recitò la benedizione” per attingere alla potenza di Dio; “spezzò i pani e li diede ai discepoli” perché fossero i primi testimoni della sua onnipotenza divina; “e i discepoli alla folla”, perché Dio, che dal nulla crea tutte le cose,  vuole la collaborazione degli uomini. “Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini”. Quindi, possiamo immaginare, circa diecimila persone.

La “compassione” di Gesù si è manifestata in totale gratuità e in straordinaria generosità: motivo per noi di fiducia. Esprimiamo questa fiducia con le parole del Salmo:

“Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. … Il Signore è vicino a chiunque lo invoca, a quanti lo invocano con sincerità” (Salmo 144).

E S. Paolo confermi che niente ci può separare dall’amore di Gesù: “Fratelli, chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose  noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati” ( Rom 8, 35-37).

O Maria, fa’ che la conoscenza di Gesù ci faccia crescere nell’amore per lui e possiamo dare a chi soffre il conforto della fede e della solidarietà nell’amore.