Cenni religiosi, storici, artistici

Il Palazzo, costruito sempre nel Seicento dai Barnabiti, fu confiscato dallo Stato Italiano nell’Ottocento e restituito alla Santa Sede con il Trattato del 1929.

Portone di ingresso da Piazza Benedetto Cairoli, 117, accanto alla chiesa

Attigua alla chiesa si erge la casa dei Barnabiti che sono a Roma dal 1575. il palazzo fu costruito dagli stessi Barnabiti nel XVII secolo, confiscato dallo Stato italiano nell’Ottocento e restituito alla Santa Sede con il Trattato del 1929. Grandi e ampi sono i suoi corridoi, caratterizzati dal fascino di una sottile penombra. Sul corridoio d’ingresso, detto “della Scienza” sulle pareti sono appesi i grandi ritratti di numerosi Barnabiti diventati famosi nel campo della scienza, dalla matematica all’astronomia, ecc. Sullo sfondo, illuminato, accoglie i visitatori il tondo raffigurante l’immagine di S. Antonio m. Zaccaria, e, prima di entrare in Sacrestia, quello di S. Paolo. Il Teatro è sempre caratterizzato da motivi paolini. La Congregazione della Disciplina di S. Paolo, primo oratorio al mondo dedicato dai Barnabiti a S. Paolo, da piazza Colonna, dove fu da loro stessi fondata nel 1595, venne trasferita a S. Carlo ai Catinari il 15 marzo 1659. al suo ingresso si incontra un affresco dell’apostolo recante una breve iscrizione: «Sodalitas Poenitentium Sancti Pauli apostoli». Al suo interno si rimane sorpresi dall’energia spirituale che promana dalla sua volta, affrescata dal fratello Antonio Cataldi, con diversi motivi paolini rappresentati da radiosi angioletti, che tengono in mano chi le cordicelle della disciplina, chi le catene della persecuzione, chi la spada e il libro delle Epistole dell’apostolo. Di notevole interesse la grande tela rimasta là dove c’era l’altare. Osservandola si ha la sensazione di ritrovarsi fianco a fianco di S. Paolo, mentre questi risponde a un angelo che scende dal Paradiso portandogli una corona: «non solum mihi, sed et iis qui dili- gunt…» (non solo a me, la corona, ma anche a quelli che amano, cfr. 2 Tim 4, 8). Attraverso l’elegante cancello in ferro che riporta il motto di S. Carlo: Humilitas e le iniziali dell’ordine: P.A. (Paolo apostolo), si sale per la cosiddetta “Scala Santa Barnabitica”, in quanto sui tondi alle pareti sono raffigurati i propri santi. Si accede così al settore della comunità e all’antico coretto (1680) riservato alla clausura dei padri Barnabiti, ove si conservano, oltre alla tela originale della madonna della Divina Provvidenza, opera di Scipione Pulzone da Gaeta († 1597), i ritratti di tutti e tre i santi Barnabiti (S. Antonio m. Zaccaria, S. Alessandro Sauli e S. Francesco Saverio M. Bianchi, oltre – naturalmente – a S. Carlo Borromeo), sovrastati da una volta affrescata con l’immancabile Rapimento al terzo cielo di S. Paolo: «Conversatio nostra in coelis est» (Fil 3, 20). Attraverso una caratteristica scala a chiocciola si sale al museo dell’ordine, che espone in apposite bacheche documenti e oggetti di particolare rilevanza per la sua storia e spiritualità. Al 3 piano, si esce sulla terrazza, e si entra nel sottotetto, sede di ambienti di studio e di consultazione. Da qui si accede alla Postulazione, dove vengono custodite le reliquie dei santi dell’Ordine, le positio sull’eroicità delle virtù, e materiale agiografico di varia natura. Salendo un’altra rampa di scale a chiocciola, si accede alla Biblioteca storica. «S’apre questa nel più bel sito e più sollevato di una magnifica e sontuosa casa, piena di dotti esemplari e virtuosi abitatori, un sito opportunamente ovato e capacissimo del numero e più di libri che contiene, secondo la natura architettonica di tal figura; rivolta appunto a godere spaziosamente quell’aria e quell’aspetto dei venti che volle Vitruvio nella costituzione delle Librerie. Raccoglie in eleganti armadi, alzati in dieci ripartimenti, volumi spettanti a qualsivoglia materia, nelle migliori stampe e ben conservati, che arriveranno, con molti altri libri, distribuiti per le stanze dei padri, al numero di 4.000 pezzi, crescendo continuamente per le loro industrie di numero e di magnificenza…» (Piazza, Eusevologio romano, p. XCXLIV, Roma 1698). Si visita poi la Biblioteca moderna, e alcuni rari e preziosi bozzetti, in formato naturale, del Guarnieri e dell’Annigoni. Da qui si accede al luogo più “nascosto” della casa, la cosiddetta “Camera del Santo”, sovrastante la cappella S. Antonio m. Zaccaria, dove vengono custodite, in apposite teche, i suoi scritti originali e le sue reliquie più preziose. infine si accede all’archivio, luogo di conservazione e valorizzazione di tutta la documentazione storica dell’Ordine dalla sua fondazione (1533).