Messaggio del Superiore Generale ai Confratelli per il Santo Natale e lAnno Nuovo

“Rallegriamoci tutti nel Signore, perché è nato nel mondo il Salvatore. Oggi la vera pace è scesa noi dal Cielo” (Antifona della Messa vespertina)

Carissimi Confratelli,

siamo arrivati alle celebrazioni del Natale del Signore e perciò voglio insieme alla Consulta Generalizia unirmi a tutti voi nell’elevare l’inno di lode per tutto ciò che Dio ha fatto per noi, anche senza nostro merito. Di sicuro abbiamo tanto da celebrare e per cui ringraziare senza lamentarci per ciò che non è andato secondo i nostri piani o previsioni, tenendo conto che non deve mai prevalere il nostro, ma il Suo progetto su di noi.

Sotto questo profilo e guardando all’anno che si sta chiudendo, abbiamo tanto per cui essere grati, viste le cose buone che si sono potute realizzare. Pertanto, invito ciascuno a una profonda e sincera riflessione sul proprio io, sul proprio modo di agire e soprattutto sul proprio essere religioso al giorno d’oggi, per rendere sempre più concreta in noi e attraverso di noi la parola detta a Isaia: “Ti prendo per mano e ti costituisco… come luce per le nazioni” (Is 42,6).

Nella scia del profeta, allora, lasciamoci prendere per mano da Dio e lasciamoci condurre là dove egli vuole, anche se in qualche caso non ci sembra gradevole la situazione in cui ci porta. Penso a quanto alcuni nostri padri hanno vissuto e stanno vivendo attualmente nel loro sforzo di essere “luce per le nazioni”, o di condurre quanti fanno parte del Popolo di Dio a questa luce.

Penso ai padri del Cile che hanno attraversato e vivono ancora un momento di forti contrasti e di sofferenza per aver visto la loro opera assediata dalla ribellione sociale, che è arrivata a manipolare i più giovani, spingendoli alla violenza della sopraffazione e al fuoco della distruzione, nel presupposto della loro impunibilità vista la loro giovane età. La Provincia cilena ha visto il grave danneggiamento di una cappella della parrocchia a La Serena e il duplice tentativo di invasione della scuola “Seminario Conciliar” con il tentativo di sfondare l’ingresso principale, prima con l’abbattimento e poi con il fuoco. Se i nostri confratelli non sono stati toccati nel fisico, sono stati messi a dura prova nel cuore e nello spirito; senza dimenticare quanto sta accadendo a livella più generale nella Chiesa Cilena. Sia per noi stimolo il Natale del Signore nel far sentire loro la nostra vicinanza e il sostegno necessario perché possano alla fine vedere quella luce che spunta nelle tenebre e che viene a riparare e sanare ogni sofferenza e appianare ogni sentiero.

Penso alle sofferenze che stanno sperimentando i padri a Milot in Albania in seguito al violento terremoto che ha devastato il territorio di Tirana e Durazzo. Ivi la chiesa è chiusa e bisognosa di riparazioni per ritrovare la propria agibilità e la popolazione è stata costretta a lasciare le proprie case ed è senza un tetto sicuro sotto cui trovare riparo. Il Natale del Signore ce li renda sempre più

vicini e ci stimoli a una fraternità sempre più concreta e fattiva verso la nostra fondazione in terra di Albania in stretta collaborazione con le iniziative messe in atto dalla Caritas locale.

Se il Signore al momento della sua nascita non ha trovato altro che poca paglia e un bue e un asinello per riscaldarlo con il loro fiato, proviamo oggi a offrirgli una diversa attenzione attraverso il sostegno dato ai più poveri e bisognosi, perché in essi siamo chiamati a vedere proprio quel bambino che è nato per noi.

È più che giusto fare festa in questo giorno e vivere in atteggiamento di festa, senza però chiudere gli occhi di fronte a ciò che accade in mezzo a noi e accanto a noi, non turandosi gli orecchi al loro grido di aiuto e di lamento. Se così faremo il nostro canto di Natale, il “Gloria a Dio nell’alto dei cieli”, sarà vero e salirà gradito a Dio.

Auguro a tutti voi, alle consorelle Angeliche di s. Paolo e ai Laici di s. Paolo, nonché a tutti i membri degli istituti nati dal ceppo zaccariano, i miei più sinceri e accorati auguri di un felice e santo Natale del Signore e di un sereno e fecondo Anno Nuovo.

P. Francisco Chagas Santos da Silva B. Superiore Generale

Dato in Roma, Collegio San Paolo, il 23 dicembre 2019