Antifona d’ingresso. (Salmo 65,4). “A te si prostri tutta la terra, o Dio. A te canti inni, canti al tuo nome, o Altissimo”. La Chiesa ci invita a dare inizio a questa celebrazione con un atto di umiltà, di adorazione e di lode, insieme a tutte le creature della  terra.

Prima lettura. Isaia 65,1-5. “per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo finché non sorga come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada… Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio”.

Il profeta Isaia si rivolge al popolo ebreo che si trova in esilio in Babilonia, perché Dio ha ispirato al re Ciro di emanare un editto con il quale ha autorizzato il ritorno in patria e la ricostruzione di Gerusalemme.

Per cui, Dio avvolge ancora il suo popolo con il suo amore. Questo amore viene presentato con parole che si riferiscono a una festa di nozze: “Sarai una magnifica corona  nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio…”. Ma il profeta  parla di “giustizia”  e di “salvezza” : di “giustizia”, perché il popolo rispetterà i diritti di Dio;  di “salvezza”, perché Dio, che ha liberato il suo popolo,  non lo abbandonerà più: “Nessuno ti chiamerà più Abbandonata , né la tua terra sarà più detta Devastata” .

E Dio, per ricordare al suo popolo che il suo amore è forte e misericordioso, dice di essere il suo Sposo: “… sarai chiamata Mia Gioia  e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo. Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposeranno i tuoi figli; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te”.

Questa allegoria di “Dio Sposo” viene ripresa da Gesù che parlando del “regno dei cieli”, lo paragona a un banchetto di nozze e la chiamata a entrarvi a un invito alle nozze: “Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio” (Mt 22,2). “Il regno dei cieli  è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo” (Mt 25,1).

Perché il Figlio di Dio si paragona a uno sposo? Perché come lo sposo si unisce alla sposa in maniera indissolubile, così il Figlio di Dio, incarnandosi in Maria Vergine, ha unito a sé in maniera personale e indissolubile la natura umana. Come professiamo nel CREDO: “… il Figlio di Dio… per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo”.

Come Dio-Uomo, Gesù “fu crocifisso per noi, morì e fu sepolto… è risuscitato, è salito al cielo… e di nuovo verrà nella gloria… e il suo regno non avrà fine”. Ma il suo regno siamo noi che abbiamo ricevuto il Battesimo: con il Battesimo, Dio “ci ha donato beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perché diventaste per loro mezzo partecipi  della natura divina…” (2 Lettera di Pietro 1,4).

Come con l’Incarnazione, il Figlio di Dio ha unito indissolubilmente a Sé la natura umana, così Gesù, Dio-Uomo. col Battesimo ha unito indissolubilmente a Sé noi battezzati. Gesù è il nostro Sposo per via dell’ Incarnazione e per via del Battesimo.   

Questo è il fondamento della morale familiare secondo S. Paolo. (cfr Efesini 5, 21,33).

Dal vangelo secondo Giovanni. 2,1-11. “Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli”. E in questa festa di nozze, Gesù fece il primo miracolo “e i suoi discepoli credettero in lui”. Il primo miracolo di Gesù, verificatosi durante una festa di nozze “ricorda la realtà ineffabile  dei rapporti di amore, di intimità, di comunione che il Figlio di Dio fatto uomo è venuto ad instaurare con gli uomini. Non solo Israele o Gerusalemme ma tutta l’umanità è chiamata a partecipare  a questa unione sponsale con il suo Dio” (Intimità divina. p. 601).E questo, perché Gesù ha versato il suo Sangue sulla croce per tutti gli uomini.

Gesù ha compiuto il miracolo, sollecitato dalla fede audace di Maria; e questo è per noi un grande motivo di fiducia: dobbiamo affidarci a lei, che è la Madre di Gesù e la Madre nostra.

P. Antonio Francesconi, B.