24 gennaio 2021. III Domenica del T.O. /B

“Il  tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo” (Mc 1,15),

Perché Gesù diceva: “Il tempo è compiuto?”.  Perché il tempo di cui parlava Gesù non è il tempo cronologico, ma è il tempo della salvezza. Il tempo della  salvezza si divide in due tempi: il tempo dell’attesa del Messia, che va dai Profeti dell’Antico Testamento fino a Gesù; e il tempo che va dalla venuta di Gesù fino al suo ritorno, quando questo mondo finirà; come dice S. Pietro: “Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno; gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c’è in essa sarà distrutta” ( 2 Pt 3,10).

Quindi, “il tempo è compiuto”, vuol dire che il “tempo della salvezza” è compiuto perché il Salvatore, che è Gesù, è qui, per la nostra gioia. Infatti, l’angelo disse ai pastori: “Non temete, ecco vi annunzio  una grande gioia , che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è Cristo Signore” (Lc 2,10-11).

“Il regno di Dio è vicino”: perché? Perché “il Verbo si fece carne  e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14); ed è Lui che ci insegna la “via” che conduce a Dio (cfr Gv 14,6). Quando noi accogliamo la Parola di Gesù e la mettiamo in pratica, allora il “regno di Dio” non è solo “vicino”, ma si rende presente in noi: “Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi. Rimanete nel mio amore,  come io ho osservato i comandamenti del Padre mio  e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15, 9-11).

Il “regno  di Dio”, che di giorno in giorno prende possesso dei nostri cuori, è la realtà che ha un valore unico, e comprendiamo S. Paolo che scrive ai Corinzi: “Il tempo si è fatto breve; … passa la figura di questo mondo: d’ora innanzi quelli che hanno moglie come se non l’avessero; quelli che piangono come se non piangessero; quelli che gioiscono come se non gioissero; quelli che comprano come se non possedessero; quelli che usano i beni di questo mondo, come se non li usassero pienamente”. Cioè il regno di Dio in noi” è il valore assoluto: tutti gli altri sono  valori in quanto sono in relazione col valore assoluto: col “regno di Dio”.

Quest’affermazione trova una conferma nella “Lettera pastorale “ del nostro Arcivescovo, card. G.Betori: “La Parola di Dio cresceva”. “Una seconda scelta che ci attende è vivere nella coscienza che siamo all’interno di un paradosso: come cristiani dobbiamo essere totalmente immersi nel mondo, ma allo stesso  tempo affermare all’interno di questo mondo l’assoluta trascendenza del Vangelo rispetto a ogni visione umanistica che può essere ad esso correlata ma che non può delimitarne i confini. (…) Il centro dell’annuncio, che si colloca nella  vita di ogni uomo, è la persona unica di Gesù Cristo; è lui a fondamento della differenza cristiana, della trascendenza del Vangelo che va oltre ogni attesa dell’uomo e ogni prospettiva offerta dalle culture” (p. 117) [Consiglio di leggere questa Lettera che è molto chiara e illuminante].

Il Salmo (24) ci fa pregare così: “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza. Ricordati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore che è da sempre. Ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore”.

O Maria, aiutaci ad “usare saggiamente dei beni terreni  nella continua ricerca dei beni eterni” ( Colletta della XVII Domenica del T.O.).

P. Antonio M. Francesconi

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Nell’Udienza di mercoledì 20 gennaio 2021, il Papa, riferendosi alla “Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani” – 18-25 gennaio – , ha ricordato che Gesù ha pregato il Padre perché noi fossimo “una cosa sola” (Gv 17,21) e ha detto che “l’unità è anzitutto un dono da chiedere con la preghiera”. Con la nostra preghiera “partecipiamo alla preghiera del Signore, il quale ha promesso che ogni preghiera fatta nel suo nome  sarà ascoltata dal Padre” (cfr Gv 15,7) .  (AVVENIRE  21.1.21, p. 23). O Signore, fa’ che siamo “una cosa sola in te”.