Omelia del 7 febbraio 2021. V Domenica del T.O. /B

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“Venite, prostrati adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti. E’ lui il Signore, nostro Dio”. Questa Messa si apre con l’invito a prostrarci in adorazione davanti a Signore nostro Dio, perché “è lui che  ci ha fatti”. E’ la verità: è Dio “che ci ha fatti”, che ci ha creati; e nel riconoscimento di questa verità fondamentale, e nell’umile adorazione di Dio, noi riceviamo la grazia di Dio.

La necessità della grazia di Dio ci viene richiamata dall’ “orazione colletta”: “…unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te. Come si manifesta questa “grazia di Dio”?. Nella “colletta” abbiamo già una risposta: “aiutaci sempre con la tua protezione”: Dio ci dà la sua grazia con la sua  “protezione”. Ma nel Salmo, il Signore ci fa sapere che egli “risana i  cuori affranti e fascia le loro ferite”. Nelle preghiera di adorazione, specialmente davanti al SS. mo Sacramento esposto, noi possiamo sperimentare questa grazia di Dio, che “risana i nostri cuori affranti e fascia le nostre ferite”.

Ma la Chiesa, nel “Canto al Vangelo”, ci fa leggere le parole del Vangelo di Matteo: “Cristo ha preso le nostre infermità e si è caricato delle nostre malattie” (8,17). Nella preghiera di adorazione, noi stabiliamo un contatto vivo con Gesù, che è il Figlio di Dio, che si è identificato con noi,  poveri, malati e peccatori e si è caricato della nostra debolezza. Il vangelo di Marco ci offre lo spettacolo di Gesù che accoglie la povera umanità sofferente: “Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati… Guarì molti che erano affetti da varie malattie  e scacciò molti demoni” (Mc 1, 32.34). Poi, a Pietro Gesù disse: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto” (v.38). Ma ovunque andasse, Gesù predicava, guariva e liberava dal demonio.

Gesù, la Persona di Gesù, la parola di Gesù e l’opera di Gesù è la “Grazia”, il dono gratuito che Dio ci offre continuamente: “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia . Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo” (Gv 1, 16-17).

Gesù ha portato a termine la sua opera redentrice offrendo Se stesso in sacrificio, consegnandosi volontariamente alla morte di croce. Ma nell’ultima Cena, “prese il pane, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate: questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati” (Mt 26, 26-28). Con questo; Gesù istituì il sacramento dell’Eucaristia, cioè il segno sensibile del suo Sacrificio”, perché ogni peccatore trovasse il suo perdono, perché ogni malato trovasse il sollievo, ogni sofferente  ricevesse la grazia della speranza e della pazienza.

“E’ bello cantare inni al nostro Dio, è dolce innalzare la lode. Il  Signore ricostruisce Gerusalemme , raduna i dispersi d’Israele. Risana i cuori affranti e fascia le loro ferite …” (Salmo resp.).

O Maria, aiutaci ad andare al Signore in umiltà e con fiducia nella sua infinita misericordia.  P. Antonio M. Freancesconi, B.