La prima lettura, tratta dal Libro dell’Esodo, riporta la Legge che fu data da Dio al popolo ebreo per mezzo di Mosè. Sono i dieci Comandamenti, che noi abbiamo imparato a memoria con il catechismo, e che anche ora ci servono da guida quando facciamo l’esame di coscienza per la Confessione.

“Io  sono il Signore tuo Dio: 1. Non avrai altro Dio fuori di me. 2. Non nominare il nome di Dio invano. 3. Ricordati di santificare le feste. 4. Onora tuo padre e tua madre. 5. Non uccidere. 6. Non commettere atti impuri. 7. Non rubare. 8. Non dire falsa testimonianza. 9. Non desiderare la donna  d’altri. 10. Non desiderare la roba d’altri. (cfr.  Catechismo della Chiesa Cattolica p. 552).

Dio ci ha amato per primo; al suo popolo ricorda: “Io sono il Signore , tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile”. Quello che Dio dice al popolo ebreo, lo dice anche a noi: Dio ci ha liberato dal peccato mediante il sacrificio del suo Figlio Gesù: “In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore; non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati….Noi amiamo perché egli  ci ha amati per primo” (I Gv 4, 9-10. 19).

In che modo noi ricambiamo l’amore di Dio? Innanzi tutto, credendo in Lui; poi riponendo la nostra speranza in Lui; e amandolo al di sopra di tutto e amando tutte le creature per Lui e a causa di Lui. L’osservanza dei dieci comandamenti ha senso in quanto sono espressione della fede, della speranza e della carità (la parola “carità” significa “amore”).  “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva , questi mi ama” (Gv 14, 21). Noi osserviamo i dieci comandamenti perché crediamo in Gesù, speriamo in Gesù, amiamo Gesù. Infatti, la Chiesa ci insegna così.

“Atto di fede. Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo tutto quello che tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Credo in te, unico vero Dio, in tre Persone uguali e distinte, Padre e Figlio e Spirito Santo. Credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio, incarnato, morto e risorto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa fede voglio sempre vivere. Signore, accresci la mia fede”.

“Atto di speranza. Mio Dio, spero dalla tua bontà, per le tue promesse e per i meriti di Gesù Cristo, nostro salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere che io debbo e voglio fare. Signore, che io possa goderti in eterno”.

“Atto di carità.  Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito e nostra eterna felicità; e per amor tuo amo il prossimo come me stesso e perdono le offese ricevute. Signore, che io ti ami sempre più”.

Con una certa regolarità, è bene fare questi atti di fede, speranza e carità. Ma le “giaculatorie” possiamo farle più volte al giorno: “Gesù, io credo in te”; “Gesù, io confido in te”; “ Gesù, ti amo, sia fatta la tua volontà”, ecc. , come lo Spirito Santo ispira.

Questi “atti” possono essere completati dall’ “Atto di dolore. Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di  fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami”.

O Maria, aiutaci a mettere Dio al primo posto nella nostra vita.

P. Antonio Francesconi

————————————————————————————————————————Riprendo da AVVENIRE  Domenica 7 marzo, p. 19. “E’ LA PREGHIERA LA RISPOSTA DEL VESCOVO CAMISASCA”. Il vescovo di Reggio Emilia –Guastalla Massimo Camisasca, ha ricevuto una lettera di due fratelli di 10 e 12 anni, tramite il padre, nella quale c’era questa domanda: “Perché non si prega tutti insieme perché cessi la pandemia?”. Il vescovo ha ritenuto questa domanda un’ispirazione dello Spirito Santo, e ha indetto una campagna di preghiera “per la liberazione dalla pandemia  nella conversione dei cuori”. Pubblicata online (primo piano sul sito la liberta.info). L’invito è a una preghiera corale, da recitare soprattutto nelle famiglie, al mattino, di sera o nei momenti di benedizione prima del pranzo o della cena. “Non sappiamo quando questa pandemia terminerà. … Mentre rinnoviamo il nostro grazie agli scienziati, … siamo insieme consapevoli che la scienza non detiene le chiavi ultime della vita: esse stanno in Dio, nostro Padre, che segue, guida e corregge la nostra esistenza. Chiediamo perciò a Lui con animo filiale e insistente, la conversione dei nostri cuori e delle nostre giornate per ottenere dalla sua misericordia la fine della pandemia. … La preghiera non è un atto magico, ma una sollecitazione che il fedele rivolge a Dio, sapendo che Egli è padre misericordioso ma ignorando il suo disegno: così nel 2021 non sappiamo quale correzione dei nostri cuori Dio voglia operare attraverso il Covid”.