Antifona d’ingresso (Salmo 87/88,3). Giunga fino a te la mia preghiera, tendi l’orecchio alla mia supplica, Signore. Tra noi e Dio c’è una  distanza infinita; non potremo mai raggiungere Dio, perciò Lo preghiamo perché la nostra preghiera giunga fino a Lui, anzi che Lui “tenda l’orecchio” alla nostra supplica, che Lui si abbassi fino a noi. E Dio si abbassa fino a noi, anche in questa celebrazione del santo Sacrificio.

Prima lettura. Dal primo libro dei Re 17, 10-16. “In quei giorni Elia si alzò  e andò a Sarepta” (v.10). Ma Elia andò a Sarepta perché “il Signore parlò a lui e disse: “Alzati, va’ in  Sarepta di Sidone e ivi stabilisciti. Ecco io ho dato ordine a una vedova di là per il tuo  cibo. Egli si alzò e andò a Sarepta”(v.9). Perciò, Elia va a Sarepta per obbedire a Dio.

Mosso dalla fede in Dio, Elia non teme di chiedere alla vedova, pagana e povera, ciò che le rimane per il suo sostentamento. “Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: “Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa bere”. Mentre quella andava a  prenderla, le gridò: “Per favore, prendimi anche un pezzo di pane”.  Quella rispose: “Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo”.

Elia le disse: “Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”.

Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della  giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia”(vv. 10-16).

La fede  del profeta Elia e la fede della vedova ci dicono che bisogna fidarsi di Dio. Fidarsi di Dio vuol dire avere fiducia in Dio; riporre la sicurezza in Dio; avere coraggio. Non diffidare, non dubitare di Dio.

Gesù ha detto: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve  e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi a un figlio che chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce darà una serpe’? Se voi dunque che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano” (Mt 7, 7-10).

Possiamo non avere la certezza che la cosa che noi domandiamo a Dio non corrisponda alla sua volontà, perché Dio sa che cosa è bene per noi mentre noi non possiamo saperlo; ma dobbiamo avere la certezza che Dio ascolta ed esaudisce la nostra preghiera per quello che è meglio per noi, soprattutto in vista della salvezza eterna. Perciò, dobbiamo pregare affidandoci a Lui.

Dal Vangelo secondo Marco. 12, 38-44. Gesù fa notare ai discepoli l’obolo della vedova, quel sacrificio nascosto in cui questa donna lascia tutte le sue sicurezze per abbandonarsi completamente alla provvidenza di Dio. Questa donna ha donato tutto quello che aveva perché ha donato a Dio se stessa. Questo è vero amore di Dio.

Dalla lettera agli Ebrei. 9, 24-28. “Cristoora … nella pienezza dei tempi … è apparso per annullare il peccato  mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio,  così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza”.

Chiediamo alla Madre di Gesù e nostra la grazia di “aspettare il Signore” con “la fede che diventa operosa nella carità” (cfr Gal 5,6).

P. Antonio Francesconi, B