9 agosto 2020. XIX Domenica del T.O. / A
“Dopo che la folla ebbe mangiato, subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva”. Come mai questa decisione immediata (“subito”) e questo modo di comandare ai discepoli: “costrinse i discepoli”? “Costringere” vuol dire “obbligare qualcuno a fare qualcosa contro la sua volontà”. Siamo alla fine di una giornata molto faticosa perché Gesù aveva moltiplicato i cinque pani e i due pesci e “i discepoli li avevano distribuiti alla folla” (Lc 9,16). Quindi, i discepoli erano stanchi e “l’ora era già tarda” (Mt. 14,15).
Ma l’apostolo S. Giovanni ce ne dà la spiegazione: “Quegli uomini, allora, vedendo il miracolo che Egli aveva fatto, dicevano: “Questi è veramente il Profeta che deve venire nel mondo!”. Gesù pertanto sapendo che stavano per venire e impadronirsi di Lui per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna. Egli solo” (Gv 6,14-15). Gesù non poteva concedere ai discepoli il meritato riposo, perché quella gente, scossa dal grande miracolo, stava per impadronirsi di Gesù per farlo re: Gesù rifugge dal ricevere la gloria dagli uomini; cerca solo la gloria di Dio. Anche noi sull’esempio di Gesù, cerchiamo di fare il bene con l’aiuto di Dio, per cercare la sua gloria e non la nostra.
“La barca in tanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: “ E’ un fantasma!” e gridarono dalla paura”. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: Coraggio, sono io, non abbiate paura!”.
Quindi Gesù, era andato a pregare sul monte. Ma il suo Cuore era con i suoi discepoli e li ha seguiti da lontano; “e andò verso di loro” (v. 25). Gesù, a volte, ci mette alla prova e sembra che sia distante da noi. In realtà egli ci vede, ci segue. Anche a noi dice: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”.
“Pietro allora gli rispose: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque”. Pietro non era convinto dell’assicurazione di Gesù e manifestando la propria incertezza, gli chiede la prova: che anche lui, al comando di Gesù potesse camminare sull’acqua.
“E Gesù disse: “Vieni!”. Pietro scese dalla barca , si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: ”Signore, salvami!”. E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Pietro è stato “uomo di poca fede” perché ha messo in dubbio la parola di Gesù: Gesù aveva detto: “Coraggio, sono io, non temete”, e Pietro non si è fidato.
Ecco, Gesù vuole che noi ci fidiamo di Lui, senza alcun dubbio. E S. Giacomo dice che bisogna pregare, “con fede senza esitare … e non pensi di ricevere qualcosa dal Signore un uomo che ha l’animo oscillante e instabile … (Gc 1, 6-7). Dobbiamo pregare per avere una fede certa, perché la fede è dono di Dio.
“Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: “Davvero tu sei Figlio di Dio”. Nel tempo di 24 ore, Gesù ha compiuto tre grandi miracoli: ha moltiplicato il pane per quasi diecimila persone, ha camminato sulle acque , “appena saliti – Gesù e Pietro – sulla barca, il vento cessò”. Anche noi, con fede, diciamo a Gesù: “Davvero tu sei Figlio di Dio!”.
P. Antonio Francesconi – 9 agosto 2020 Domenica XIX del T. O.
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