Antifona d’Ingresso. Sapienza 18, 14-15.

“Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose e la notte era a metà del suo rapido corso, la tua parola onnipotente, o Signore, è scesa dai cieli, dal tuo trono regale”. La “parola onnipotente scesa dai cieli”, è Gesù che è il Figlio di Dio, la Parola di Dio,  il Verbo di Dio: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di tutto ciò che esiste… e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”

Prima lettura. Sapienza 24, 1-2. 8-12. Il Verbo di Dio è stato prefigurato, nell’Antico Testamento, dalla Sapienza: “prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l’eternità non vengo meno … Ho posto le mie radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore è la mia eredità, nell’assemblea dei santi ho preso dimora”. Questa “Sapienza” che “per tutta l’eternità non viene meno”, che “pone le radici in mezzo a un popolo glorioso”, è il Verbo di Dio, il Figlio di Dio che “per noi uomini  e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo”.

È il mistero che noi richiamiamo ogni volta che celebriamo la Messa, la Domenica: “Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create”.

Dal Vangelo secondo Giovanni. Forma breve: 1,1-5.9-14. – Ma la nostra attenzione si volge ora al Vangelo, dove S. Giovanni scrive: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo … Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati”.  Il Figlio di Dio si è fatto uomo affinché noi potessimo diventare figli di Dio.

Seconda lettura. Dalla lettera di San  Paolo apostolo agli Efesini 1, 3-6. 15-18. Affermazione che viene confermata da S. Paolo, il quale dice che “Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, ci ha benedetti…, ci ha scelti…, predestinandoci a essere per lui figli adottivi, mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà”.

Noi siamo cristiani perché siamo figli di Dio; e il senso della nostra vita è questo: crescere come figli di Dio, comportandoci come Gesù, il Figlio di Dio, si è comportato, (cfr 1Gv 2,6), per raggiungere Gesù nella gloria del Cielo.

Come S. Paolo, anche noi dobbiamo pregare Dio Padre perché “illumini gli occhi del nostro cuore per comprendere a quale speranza ci ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi”.

È il motivo per cui veniamo a Messa la Domenica, per cui ascoltiamo la Parola di Dio, per cui ci comunichiamo al Corpo di Gesù, per cui confessiamo i nostri peccati, per cui preghiamo insieme

O Maria, aiutaci a capire che Gesù è la nostra vita e che senza di lui non possiamo vivere.

Auguri di buon anno con la grazia del Signore. P. Antonio Francesconi