Antifona d’ingresso (Cf  Is 30,19.30). “Popolo di Sion, il Signore verrà a salvare le genti, e farà udire la sua voce maestosa  nella letizia del vostro cuore”. “Il Signore verrà a salvare le genti”, cioè tutti i popoli del mondo; a tutti gli uomini, di tutti i tempi, “il Signore farà udire la sua voce maestosa”, e questo annuncio di salvezza riempirà di letizia il loro cuore. Il Natale è gioia per la venuta di Gesù, che è Dio nostro Salvatore.

Prima lettura. Dal libro del profeta Baruc (5,1-9). “Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione, rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre”. Baruc è il profeta inviato da Dio al popolo ebreo, che stava in esilio, per aprire gli animi alla speranza del ritorno in patria. Questo ritorno sarebbe avvenuto per opera di Dio, che non abbandona il suo popolo.

Come il popolo ebreo si era allontanato da Dio, così oggi il popolo cristiano annovera molti che si sono allontanati dalla Chiesa. Ma la Chiesa rinnova sempre la speranza e ripropone la venuta  del Salvatore. Dio viene sempre a salvarci mediante la Chiesa. E la celebrazione della Messa, la Liturgia delle Ore, la Novena col canto delle profezie, la preghiera della famiglia davanti al presepio, gli incontri di riflessione, le opere di carità verso i poveri, la visita ai malati, l’incontro con il sacerdote per la Confessione, sono segni che il popolo di Dio si muove incontro al Signore: “Venite, adoriamo il Signore che viene per noi!”.

Dal Vangelo secondo Luca (3,1-6). Giovanni Battista “percorse tutta la regione del Giordano predicando un battesimo di conversione per  il perdono dei peccati, com’è scritto ne libro degli oracoli del profeta Isaia:  “Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”. “Conversione”, vuol dire purificazione dal peccato; abbassare l’orgoglio, la presunzione, il giudizio temerario; rinunciare agli affetti disordinati; colmare il “burrone” dell’ignoranza; raddrizzare le “vie tortuose” dell’errore, della mala fede, dell’ingiustizia; “spianare le vie impervie” del risentimento, dell’ira, della vendetta.

Seconda lettura. Dalla lettera di S. Paolo apostolo ai Filippesi (1,4-6.8-11). “Fratelli, , sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente”. I Filippesi avevano cooperato alla diffusione del Vangelo mediante l’aiuto materiale, ma anche soffrendo la sofferenza della persecuzione. E questo è un invito anche per noi: dobbiamo cooperare alla diffusione Vangelo. Mediante la carità: “E perciò prego che la vostra carità cresca sempre di più in conoscenza e in pieno discernimento perché possiate distinguere ciò che è meglio”. La carità consiste nel dare un aiuto concreto a chi ha bisogno, e nel “discernimento per distinguere ciò che è meglio”, secondo la volontà di Dio. E questo, per essere “integri e irreprensibili per il giorno di Cristo… a gloria e lode di Dio”. “Il giorno di Cristo, la gloria e la lode di Dio” è il traguardo finale  della nostra vita.

Santissima Vergine Immacolata, Maria, preparaci ad accogliere degnamente il tuo Figlio Gesù. P. Antonio Francesconi, B